GIOACCHINO E ANNA… E LA GIORNATA MONDIALE DEI NONNI
Ossessionato dal proposito di valorizzare le figure meno emergenti, o quasi dimenticate, della tradizione biblica e della spiritualità cristiana – con lo scopo dichiarato di onorare la gente comune che, anche nel nostro tempo, con la sua presenza discreta e nascosta, sta “scrivendo gli avvenimenti decisivi della nostra storia” – papa Francesco, il 26 luglio 2021, “inventò” e istituì nella Chiesa la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani in coincidenza con la memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria e, quindi, nonni di Gesù. E accompagnò l’indizione con un messaggio del tutto singolare, nel quale si rivolgeva direttamente ad ogni nonno e nonna, dialogando a tu per tu, “da Vescovo di Roma e da anziano come te”.
Per invitare i coetanei a “non tirare i remi in barca” ma a cercare, piuttosto, ciò che il Signore vuole anche da chi è avanti nell’età: «Egli, infatti, manda gli operai nella sua vigna ad ogni ora del giorno, in ogni stagione della vita». E aggiungeva una significativa nota autobiografica:
«Io stesso posso testimoniare di aver ricevuto la chiamata a diventare Vescovo di Roma quando avevo raggiunto, per così dire, l’età della pensione e già immaginavo di non poter più fare molto di nuovo. Il Signore sempre è vicino a noi, sempre, con nuovi inviti, con nuove parole, con la sua consolazione, ma sempre è vicino a noi. Voi sapete che il Signore è eterno e non va mai in pensione, mai».
Già: Dio non va mai in pensione! E non manda nessuno in pensione. Anche i nonni e le nonne, quindi, hanno una loro tipica vocazione:
«La nostra vocazione – scriveva Francesco – è quella di custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prenderci cura dei piccoli».
Insistendo ulteriormente a scanso di equivoci:
«Ascoltate bene: qual è la vocazione nostra oggi, alla nostra età? Custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prenderci cura dei piccoli. Non dimenticate questo!».
Papa Leone, che ha raccolto il testimone dal suo predecessore, ha inviato il suo primo “messaggio ufficiale” da pontefice proprio in occasione della prossima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si celebrerà domenica 27 luglio, nel cuore del Giubileo, con un titolo estremamente significativo: “Beato chi non ha perduto la sua speranza!”. In effetti – spiega il Santo Padre – «la speranza è fonte di gioia sempre, ad ogni età… quando, poi, è temprata dal fuoco di una lunga esistenza, diventa fonte di una beatitudine piena».
Dunque, il trascorso di molte “primavere” non solo non deve spegnere la speranza, ma, piuttosto, consolidarla e perfezionarla: Dio «ci insegna – osserva papa Leone – che ai suoi occhi la vecchiaia è un tempo di benedizione e di grazia e che gli anziani, per Lui, sono i primi testimoni di speranza». E aggiunge: «Se è vero che la fragilità degli anziani necessita del vigore dei giovani, è altrettanto vero che l’inesperienza dei giovani ha bisogno della testimonianza degli anziani per progettare con saggezza l’avvenire. Quanto spesso i nostri nonni sono stati per noi esempio di fede e di devozione, di virtù civiche e impegno sociale, di memoria e di perseveranza nelle prove!».
Insomma, anche se con mitezza e amabilmente, il pontefice “chiama alle armi” il popolo dei nonni e delle nonne, che ingaggia nell’esercito degli evangelizzatori e degli umanizzatori del pianeta. Nello stesso tempo sollecita chi è ancora “in forze” perchè si renda «protagonista della “rivoluzione” della gratitudine e della cura, da realizzare facendo visita frequentemente agli anziani, creando per loro e con loro reti di sostegno e di preghiera, intessendo relazioni che possano donare speranza e dignità a chi si sente dimenticato… La speranza cristiana ci spinge sempre a osare di più, a pensare in grande… Nella fattispecie, a lavorare per un cambiamento che restituisca agli anziani stima e affetto».
Verso la conclusione del suo messaggio il Santo Padre cita testualmente le parole che papa Francesco scrisse, prostrato dalla malattia, per l’Angelus del 16 marzo 2025, durante il suo ultimo ricovero in ospedale: «Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza». Leone XIV riprende e conferma: «Abbiamo una libertà che nessuna difficoltà può toglierci: quella di amare e di pregare. Tutti, sempre, possiamo amare e pregare».
Una “Giornata Mondiale dei Nonni”, dunque, offre anche a noi, alle nostre Comunità di Santa Maria, Pumenengo e Calcio, l’occasione esplicita per affidare al Signore i nostri Anziani, che rappresentano lo “zoccolo duro” della fedeltà ai valori, della pratica cristiana e del volontariato nelle nostre parrocchie: una risorsa di cui siamo orgogliosi e infinitamente grati. A Dio e a loro.
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio 2025