LA PAROLA AL PARROCO, 10 agosto 2025

DONNE SANTE… DI IERI E DI OGGI

La pedagogìa della Chiesa, nel mese di agosto, propone all’attenzione e alla venerazione dei fedeli una serie di figure femminili di estremo interesse: donne eccezionali, molto diverse tra loro, alcune cronologicamente molto lontane da noi ma, comunque, modernissime.

A partire dalla più contemporanea tra tutte, la monaca carmelitana tedesca S. Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, ebrea convertita al Cattolicesimo dopo un lungo periodo di agnosticismo e di resistenza alla fede, martire dell’odio nazista nel campo di sterminio di Auschwitz il 9 agosto 1942. Personalità straordinaria. Intellettuale fuori classe. Già assistente, all’Università di Friburgo, di uno dei filosofi e matematici più celebri del momento, Edmund Husserl, la Stein fu certamente anche una femminista ante-litteram e, dopo la conversione, una teologa “sottile” oltre che una mistica innamorata, autrice di opere filosofiche e spirituali. Decisiva nella “metamorfosi” di Edith fu la lettura casuale – in una notte d’estate del 1921 in casa di amici, come lei stessa racconta – dell’autobiografia di S. Teresa d’Avila, la grande riformatrice dell’Ordine Carmelitano:

«Presi casualmente un libro dalla biblioteca; portava il titolo “Vita di S. Teresa narrata da lei stessa”. Cominciai a leggere e non potei più lasciarlo finché non l’ebbi finito. Quando lo richiusi, mi dissi: “Questa è la verità”!».

La ricerca della verità l’aveva inquietata da sempre fino allo spasimo: l’incontro con la persona e il mistero di Cristo rispondeva finalmente e pienamente alla sua “spasmodica” inquietudine. Nel gennaio del 1922 ricevette il Battesimo. Attratta dalla vita contemplativa, e “radicale” quale era in tutte le sue scelte, nel 1933 a Colonia decise di entrare nel Carmelo sulle orme di S. Teresa d’Avila che le aveva aperto gli occhi e scaldato il cuore, e assunse il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Viene ricordata liturgicamente il 9 agosto, data del suo ingresso al banchetto di nozze dell’Agnello passando attraverso il camino di un forno crematorio dopo essere stata immolata in una camera a gas, da “eminente figlia d’Israele e fedele figlia della Chiesa” (Giovanni Paolo II). E’ patrona d’Europa. Poichè la sua memoria coincide con la festa di S. Fermo, a Calcio la onoriamo il 12 agosto.

L’11 agosto, la Chiesa commemora un’altra donna singolare, S. Chiara d’Assisi, conterranea e “sorella spirituale” di S. Francesco. Quando questi si “spogliò” di tutto per seguire Gesù povero e umile, Chiara era una ragazzina dodicenne, ma fu talmente impressionata e incantata dall’esempio del suo compaesano che, al compimento del diciottesimo anno, fuggì da casa e si rifugiò alla Porziuncola dove si ritrovavano a pregare Francesco e i suoi frati. Tagliati i lunghi bellissimi capelli, Chiara indossò il saio e, pronunciati i voti di obbedienza, castità e povertà, si ritirò presso la chiesa di san Damiano. Raggiunta dalle sue sorelle Agnese e Beatrice (in seguito anche dalla madre Ortolana rimasta vedova), con loro fondò la Comunità delle “Povere Dame” (oggi, dal nome di Chiara, chiamate “Clarisse”), adottando una regola durissima: vivevano, infatti, di elemosina, dedicando la loro vita alla preghiera, alla penitenza e all’esercizio della fraternità. L’autorevolezza di Chiara e la “chiarezza” evangelica che si sprigionava dalla sua persona diventarono proverbiali e prodigiosi. Lasciò questo mondo nel 1253, ventisette anni dopo S. Francesco.

L’ultima donna di cui si celebra la memoria in questo mese è S. Monica, madre di S. Agostino: con le sue incessanti preghiere e lacrime ottenne la conversione del figlio da una vita sregolata e lontana dalla verità cattolica. Se oggi studiamo e ammiriamo S. Agostino (ispiratore dell’Ordine cui appartiene papa Leone) come uno dei più grandi dottori della Chiesa, il merito è, in larga misura, di sua madre. Che viene ricordata il 27 agosto quale “amica e confidente” di tutte le mamme che invocano il ritorno dei loro figli e figlie – dispersi o disperati – all’amicizia con Gesù.

Ma la “più santa tra tutte” è certamente la “Genitrice del Verbo incarnato”, la Vergine Maria, che contempliamo assunta nella gloria con l’anima e il corpo il 15 agosto, pasqua dell’estate.

Ebbene… l’elenco delle “sante donne” venerate dal popolo di Dio nella stagione più afosa dell’anno, mi offre l’occasione per ringraziare tutte le “sante donne”, anziane, adulte e anche giovani, che, a Calcio, a Pumenengo e a Santa Maria, non solo prestano il loro servizio in molti ambiti della vita parrocchiale, ma anche ci “edificano” con il loro esempio di abnegazione, di pazienza, di altruismo, di preghiera, di fede autentica. Grazie! Davvero.

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto 2025