LA PAROLA AL PARROCO, 21 settembre 2025

SAN VINCENZO DE’ PAOLI E… IL PANIERE

La sua memoria viene celebrata il 27 settembre. Moriva, infatti, in questa data, nel lontano 1660: esattamente trecentosessantacinque anni fa. Parliamo di un prete francese, di un vero gigante dell’altruismo e della compassione, che ha segnato indelebilmente uno dei secoli più effervescenti e, nello stesso tempo, più corrotti, nella storia della Francia. Il suo nome è Vincenzo dè Paoli. Un lavoratore instancabile, che ha fatto dell’amore concreto, gratuito, universale e incondizionato ai poveri e agli ammalati, ai bambini e ai vecchi, ai galeotti e ai pazzi la sua permanente ossessione. Fondò il gruppo laicale delle “Dame della carità” per il servizio agli indigenti; la congregazione dei preti “Missionari Lazzaristi” per la predicazione nelle periferie e nelle campagne; le suore “Figlie della carità” per assistere e amare Cristo negli ultimi. Il suo motto? “I poveri sono i nostri padroni”. Ha scritto: “La carità è superiore a tutte le regole. E’ una grande signora: bisogna fare ciò che comanda… Tutti quelli che ameranno i poveri in vita non avranno alcun timore della morte”.

Nella parrocchia di Calcio lo “spirito vincenziano” da molti decenni opera attraverso la “Società San Vincenzo dè Paoli”: un gruppo di persone che provano ad affrontare, attraverso la “carità organizzata” e intelligente, i problemi di quanti sono angustiati dalla necessità e dalla ristrettezza economica. Senza distinzioni di nazionalità e di religione. Un servizio essenziale e sempre urgente, che ha la sua sede e il suo magazzino presso la vecchia Pieve di S. Vittore, in luogo appartato, quindi, a garanzia della riservatezza… e del rispetto dovuto a chi tende la mano. Vi ricorrono, in effetti, parecchie persone.

Anche a Pumenengo e a Santa Maria non mancano occasioni e proposte di solidarietà verso chi è svantaggiato. Esiste già una fraterna collaborazione fra le nostre tre parrocchie sul fronte della prossimità.

Sarebbe bello, però, che lo “spirito vincenziano” innervasse la nostra Unità Pastorale in maniera più metodica e ordinata, con una raccolta di generi alimentari e di prodotti per l’igiene personale… più regolare. Esponendo in ciascuna delle nostre chiese, in una domenica concordata e prestabilita (l’ultima di ogni mese), una sorta di “paniere”: che sia, anche visivamente, un richiamo per tutti, un invito alla responsabilità e alla generosità. Ecco: lo si potrebbe chiamare il “Paniere della San Vincenzo”.

E definire, con tale espressione, l’iniziativa stessa: un modo discreto, ma certamente pratico, di condividere i propri beni con chi manca del necessario. Un esercizio di fede senza uguali, se è vero – come scrive il beato Federico Ozanam (+1853), giornalista francese e fondatore dei gruppi della “Società San Vincenzo” – che “noi dovremmo cadere ai piedi dei poveri e dire loro con l’apostolo: Tu sei il mio Signore e il mio Dio; voi siete i nostri padroni e noi i vostri servitori; voi siete per noi l’immagine sacra di quel Dio che non vediamo…”. Ed è lo stesso Ozanam ad indicare i criteri dell’operare misericordioso: “L’assistenza onora, quando congiunge, al pane che nutre, la stretta di mano che ravviva il coraggio abbattuto; quando tratta il povero. con rispetto, non come uguale ma come superiore, giacchè egli sopporta ciò che forse noi non sapremmo sopportare…”.

Anche nel nostro tempo e qui da noi gli “affamati” sono numerosi; il “Paniere della San Vincenzo” può essere uno strumento efficace per rispondere all’imperativo evangelico: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare!”. E’ nella carità, infatti, che l’Unità Pastorale rivela il suo vero volto… e si edifica secondo il Cuore del Signore.

Ultimo aggiornamento: 21 Settembre 2025