MINISTERO DELLE CAMPANE… E SCHERZI DA PRETE
Incorreggibile! Il parroco è ostinato, impenitente e recidivo. Nonostante gli sia stato ingiunto di non “sbattacchiare” fuori luogo e, soprattutto fuori orario, le campane della torre di San Vittore a Calcio, travolto da un irrefrenabile impulso di follìa mistica egli “slega” i “sacri bronzi” perfino nel cuore della notte, per “benedire” – spiega lui – il temporale quando incombe violento e minaccioso.
In effetti, è capitato qualche volta che nelle ore notturne una grave perturbazione meteorologica abbia scatenato su Calcio – ma non di meno su Pumenengo e Torre Pallavicina – un’impressionante bufera di vento, acqua e grandine: paurosa e pericolosa per le colture agricole ma anche per le stesse abitazioni. Una vera furia. E l’arciprete… ha sciolto le briglie alle campane che, galoppando a distesa, sono risuonate nell’oscurità e nel silenzio già violato dal fragore del cataclisma, quasi volessero sfidare la “buriana” con le parole stesse di Gesù sul lago di Tiberiade: “Taci! Calmati!” (Mc. 4, 35).
Scherzi da prete? No. Don Angelo accusa dell’inconsulto ricorso alle campane la sua “indole contadina… suggestionata dalla fede”. L’indole contadina: di cui va orgoglioso, per l’origine paesana, il contesto familiare, la mentalità invincibilmente rurale. Suggestionata: cioè “influenzata”. Meglio: “ispirata”. Dalla fede, ovviamente. Poichè i “sacri bronzi” sono davvero “sacri”: benedetti dal Vescovo perchè il loro suono non solo richiami i fedeli alla preghiera ma diventi, esso stesso, preghiera. Anticamente venivano addirittura unti e consacrati con il crisma e con l’olio degli infermi… quasi fossero esseri viventi. Rivestiti, cioè, dalla forza dello Spirito per proteggere e custodire il popolo santo di Dio. Ciascuna campana, poi, porta incise, in elegante iscrizione latina, specifiche invocazioni all’Onnipotente, alla Vergine o ai Santi. Non a caso sul campanone dell’arcipretale di Calcio (ma anche sull’antichissima campanella di Villanuova, datata 1634) è impressa la dicitura: “A fulgure et tempestate libera nos Domine” (Liberaci, Signore, dal fulmine e dalla grandine). Ogni scampanata, pertanto, mentre si diffonde raggiungendo le nostre case, le officine e i campi, dove si lavora e ci si misura con la fatica di vivere, e dove si trepida per i pericoli che ci sovrastano… dà voce ad una supplica, spesso inespressa, la cui eco squarcia i cieli e arriva fino a Dio.
Nella nostra Unità Pastorale, dai dieci campanili e campaniletti delle nostre chiese, echeggiano ben trentatre “sacri bronzi”. Dodici a Calcio, otto a Torre Pallavicina, tredici a Pumenengo. Una “squadra” di fantastiche “consorelle”. Che si chiamano tra loro da un paese all’altro. Puntuali e ordinate. Instancabili ed inesauribili nella speranza di raggiungere non solo i nostri orecchi ma anche il nostro cuore.
Purtroppo, da qualche mese, non svolge più il proprio “ministero” a Pumenengo il complesso delle cinque “coriste” che risuonano dal punto più elevato del borgo: esse esigono, urgentemente, un intervento. Non sentiamo più la loro voce e il loro silenzio produce un’atmosfera di desertificazione sociale, per non dire di desolazione: appiattisce il trascorrere dei giorni, sospendendo il senso della festa nella Comunità e ignorando l’amarezza del lutto che affligge le nostre famiglie.
Il Consiglio per gli Affari Economici della parrocchia di Pumenengo, cosciente del grave problema, ha valutato con scrupolosa attenzione le proposte per il recupero dell’apparato campanario e i preventivi di spesa. Incombe, ovviamente, come una “spada di Damocle”, il timore per l’impegno economico, che è ingente (circa 40.000,00 euro) rispetto alle nostre scarse risorse, già gravate da un mutuo mensile di oltre 1.000,00 euro. Nel frattempo è stato aperto, presso la sede locale della Banca di Credito Cooperativo Oglio Serio, anche un nuovo conto corrente dedicato esclusivamente al “Restauro delle campane”: constato con ammirazione che, nel giro di pochi giorni dall’attivazione, sono state accreditate, da parte di gruppi e singole persone, somme davvero significative. Siamo ancora molto lontani dall’importo necessario, ma se questo è l’inizio, abbiamo motivo di sperare che presto potremo assegnare l’incarico dell’operazione alla Ditta individuata.
Il sogno (impossibile?) del sottoscritto sarebbe di “restituire le campane” alla Comunità entro il prossimo Natale. Per sensibilizzare tutti all’iniziativa il nostro don Andrea ha elaborato e pubblicato anche un libro “Trilla, la campana che tornò a suonare”: una favola per ragazzi e non solo, formativa, simpatica e coinvolgente. Il libro verrà presentato nel pomeriggio di domenica 12 ottobre all’Oratorio di Pumenengo. Per parte mia ringrazio fin da ora e di cuore tutti coloro che sosterranno la grande impresa.
Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre 2025