NON SI PUO’ DISOBBEDIRE AI MORTI… NE’ SBEFFEGGIARLI
Nell’ultima decade di ottobre ci prepariamo, con la preghiera e il suffragio, a celebrare la memoria dei nostri Fratelli e Sorelle defunti: giorni intensi di ricordi, di affetti e di interrogativi. Quelli “pesanti”, eppure essenziali, che la morte ci impone. Sull’aldilà e… sull’aldiqua. Quelli che, “ruminati” e custoditi in una coscienza onesta, ci consentirebbero di essere migliori. Perché «i Morti aiutano i vivi». Ho scolpita nella mente la figura, a dir poco anomala, di un personaggio del romanzo sulla Resistenza partigiana nel nord-Italia (un tomo di 845 pagine, appassionante e commovente, da leggere “a sorsi”) scritto, quasi fosse un’autobiografia, dal prete cremonese don Luisito Bianchi: “La Messa dell’uomo disarmato”.
Il partigiano in questione porta un nome in codice: “Rondine”. Alle sue labbra viene affidata un’espressione di profonda e sconvolgente umanità: «Non siamo noi a portare il peso dei morti. Sono i morti a portare noi!». Sono le parole – poche ma inequivocabili con le quali Rondine giustifica l’opera di misericordia che, a rischio della propria stessa vita, egli si impone: seppellire, indistintamente, tutti i Caduti, fascisti e antifascisti, squadristi e ribelli, spesso trasportandoli sulle proprie spalle, per tratti interminabili, lungo i sentieri impervi della montagna. «I Morti – ripete spesso – hanno solo il colore del sangue». E alle frequenti obiezioni dei compagni di lotta, secondo i quali “non si può rischiare un vivo per un Morto”, la risposta di Rondine è immediata e categorica: «I Morti aiutano i vivi». Neppure gli ordini perentori del suo Capitano riescono a convincerlo;
la reazione di Rondine è diretta e precisa: «Non si può disobbedire a un Morto!». Il nostro “Ribelle per amore”, con paradossale spontaneità, comunica, infatti, con i trapassati, amici o nemici che siano, perché «…è questione d’orecchio – spiega – e io ho un orecchio delicato». Ebbene, Rondine incarna il senso profondamente cristiano della nostra relazione con i Morti: essi ci parlano e ci chiedono ascolto. Effettivamente è una “questione d’orecchio”.
La preghiera di questi giorni – la Novena, il Triduo, l’Ottavario – può restituire al nostro udito la “delicatezza” che ricollega misteriosamente la testa al cuore. Non si può disobbedire ai Morti. Nè mancare loro di rispetto. Come propone la malefica alleanza tra consumismo e fascinazione dell’occulto che è dietro al fenomeno irrazionale e dilagante di Halloween, popolato da figure terrificanti di fantasmi, zombie, teschi insanguinati, cadaveri deturpati… Una sorta di macabra e collettiva esaltazione spiritistica, veicolata sotto le mentite spoglie di una carnevalata frivola, simpatica e innocente, ma di cui i nostri bambini e adolescenti sono, inconsapevolmente, le vittime. E’ davvero un caso che la notte del 31 ottobre rappresenti la più importante data del calendario satanista? Ah, come sarebbe bello ed educativo, invece, che i genitori, nella Commemorazione dei Defunti, accompagnassero i loro figli al Cimitero, introducendoli ai gesti e ai segni della speranza nella vita eterna!
Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2025